martedì 1 novembre 2011

Insoddisfazio, cambi di direzione e altro...



Qualche giorno fa ho letto un post su Kinart , il suo autore era piuttosto fumoso sulle motivazioni che lo spingessero a fare tali affermazioni e in alcuni punti il senso delle sue parole è piuttosto confuso così come non sono chiare le conclusioni a cui vuole giungere. Fare la classifica dei disegnatori? Stabilire chi è il numero uno? Stabilire a che posto siamo noi? Io giudico le opere non chi le crea nel senso che io limito gli autori al loro ruolo nell'opera non giudico loro come persone.

Io dietro a post del genere ci vedo insoddisfazione e frustrazione, alcuni di voi non saranno d'accordo con queste mie affermazioni ma vi prego di andare oltre e permettermi di usare questo messaggio per raccontare qualcosa che mi interessa ben più di questo spunto.

Ognuno di noi si sarà trovato in un momento della vita nel quale per vari motivi si riflette su quello che si fa spesso ci conduce su questa difficile strada un senso di insoddisfazione, un'ansia: il momento non è piacevole e si vive male ma se si fa buon uso di quel momento si può trasformare in un passaggio, in una crescita.

Per questo motivo ritengo che l'insoddisfazione e la frustrazione possano portare a qualcosa di positivo, possono darci la forza per cambiare. Tutto questo però succede solo se si riesce ad avere consapevolezza della causa del proprio malessere e se si riesce ad avere la capacità di analisi della propria situazione.

Io, ben spesso, vivo momenti di crisi, dovuti ad una mia mancanza di sicurezza personale acuita dai problemi che arrivano dal lavoro.

Alle volte mi chiedo se sto ricevendo quanto sto dando in termini economici o mi trovo a domandarmi se sto dando del mio meglio, se posso fare il mio operato durando meno fatica ma anche se la mia vita non stia diventando soprattutto lavoro.

Quel che vorrei comunicare con questo mio messaggio è che troppe volte un momento di crisi è accompagnato da un confronto con il resto del mondo e dalla sensazione che gli altri siano tutti più fortunati o non vivano identici problemi. Ne deriva un senso di inferiorità o la sensazione di essere diversi, più deboli. Ecco io sono convinta che non sia così, ogni persona intelligente affronta momenti di cambiamento e quasi sempre sono accompagnati da una riflessione e da una rottura, è il passaggio quasi obbligato per ogni crescita.

L'unica cosa che può essere veramente negativa è se il problema lo si rifiuta, se si finge di non averlo, meglio un dubbio in più che ostentare una spavalda sicurezza sempre.

Quest'ultimo modo di reagire porta ad atteggiamenti aggressivi e ad un acuirsi del problema nonché il suo cercare di rimuoverlo senza risolverlo renderà solo più terribile il magone che uno si porta dietro.

Sentirsi falliti non è un dramma ma se non si affronta si rischia veramente di essere dei falliti.

Il motivo per cui scrivo un messaggio del genere è perché mi pare che troppo spesso si leggano su internet che parlano dei problemi in modo generale come se si riferissero solo ad altri e invece ritengo doveroso dire che io per prima soffro di tutto quello di cui parlo :)

PS: L'incipit iniziale è lo spunto che mi ha scatenato la voglia di scrivere questo messaggio, l'autore di quel messaggio per me è uno sconosciuto e non ho la più pallida volontà di analizzare la sua storia o le sue motivazioni. ( Tra l'altro manco ho capito che ha detto:D)

venerdì 29 luglio 2011

Analisi di tavole 05- Peter Pan Loisel



Esaminiamo oggi una tavole tratta da "Peter Pan" di Loisel edito da Glenàt.
Analizziamo il colore.
Le tinte usate per gli sfondi sono colori che vanno dall'arancio al blu con i loro toni intermedi, essendo le due tinte complementari si ottiene un'ampia gamma di colori armonici tutti uniti da una contiguità nella ruota cromatica, in questo piano sembra essere l'interesse principale dell'autore ottenere un'armonia e senso di unità.
I personaggi vengono trattati invece con toni molto più netti, usando dei colori primari, il rosso della giacca i toni blu del corpetti e della maglia del mozzo, il giallo del cappello di paglia. L'unione di questi colori essendo l'intera ruota cromatica è armonica ma i colori primari non hanno interazione tra loro, non c'è legame tra di loro quindi l'impressione è di colori che non si influenzano e per questo fungono da contrappunto allo sfondo. Questi toni hanno poi la qualità di essere più intensi e perciò attraggono l'occhio del lettore ben più degli altri elementi focalizzando su di essi l'attenzione.
Se poi analizziamo la stessa tavola in toni di grigio possiamo osservare che i maggiori contrasti sono sui punti focali dell'immagine dove si alternano i toni più chiari e quelli più scuri dell'immagine, per gli sfondi sono riservati i toni intermedi e l'artista ha usato sfumature di toni, concentrando il contrasto alle zone in cui voleva concentrare l'interesse. Praticamente è la stessa logica che sta dietro la scelta delle tinte. Maggior senso di unità per gli sfondi contrapposto ai contrasti dei personaggi.
A queste osservazioni aggiungerei che comunque l'atmosfera del tramonto è resa stupendamente anche se taluni colori vengono influenzati in modo forse un poco "irreale" questo per merito della "ragione" che sta dietro le scelte, ovvero il lettore non le legge come forzature, servono a rendere più varia la scena e a dar maggior risalto ai personaggi quindi appaiono scelte ragionevoli che rispettano le logiche della lettura.
Prossima puntata un'altra pagina di Peter Pan e poi ci porteremo dentro una tavola di un certo Enki.

domenica 17 luglio 2011

Albero storto


Rieccoci qua.
Nei prossimi aggiornamenti metterò altre tavole a colori anche se non c'è molta partecipazione comunque è un lavoro che faccio principalmente per me e quindi riportarlo qua non è per me un grosso onere e poi ora ho più tempo libero visto che ho sospeso il mio account FB.
Ora vado a continuare la pulizia della mia casa nuova, buon proseguo a tutti.
PS: La foto è uno scorcio di Poranceto un luogo dei "miei" monti.

domenica 1 maggio 2011

Analisi di tavole-04 Plessix

Ho provato a giocare sulla prima vignetta di Plessix e ho evidenziato il questo file le zone più scure dell'immagine per comprendere meglio l'immagine a livello della composizione del colore.
Ma un'altra cosa particolare che ho identificato come uno dei motivi che rende affascinate la prima vignetta è il colore blu il quale serve da "collante" tra le varie zone facendo una sorta di cerchio al centro della vignetta offrendo un percorso per il nostro sguardo. Il blu si flette verso una componente rossa subordinata per torna al blu e poi aggiungere una componente gialla subordinata per tornare all'azzurro e così via in modo da ottenere un cerchio e riportarci al punto di inizio.

martedì 19 aprile 2011

Analisi di tavole-04 Plessix


"Il vento tra i salici" Plessix edizioni Delcourt

C'è qualcuno di là da questo schermo? :)

lunedì 18 aprile 2011

Analisi di tavole-03


"Le période Glacière" di Nicolas de Crecy Ed. Futuropolis

Nella prime due vignette il cielo è composto da una percentuale di rosso giallastro (terziario) e una più piccola percentuale di blu-giallastro, i due colori hanno il giallo come ponte ma è un legame non stretto fondato sui subordinati, ovvero sulla componente in rapporto subordinato, su questo sfondo si stagliano i personaggi: la donna è vestita con gradazioni di rosso unito miscelato con una più piccola parte di giallo nelle zone di luce e di blu nelle zone d'ombra (legame tra dominanti), l'uomo davanti presenta un cappotto giallo-rossastro con ombre blu-rossastre, qui il legame è dato dal rosso (subordinato) per completare il cerchio cromatico le ombre su volto e fazzoletto. Il personaggio al centro ha dei colori non scelti a caso, se voi prendete il cerchio cromatico e selezionate lo spicchio di cerchio che comprende i valori cromatici delle vesti dei
personaggi analizzati precedentemente e potrete notare che il colore dal lato opposto della ruota verso il quale punterà la vostra selezione è esattamente quel blu giallastro.
E' interessante poi notare come i colori varino da vignetta a vignetta, ad esempio nella seconda l'uomo con la barba ha colori della sua peluria più chiari, formando una zona di massima attenzione su di lui in pp.
Nella 4° vignetta i colori più saturi e i contrasti maggiori li assume l'edificio diventando esso il protagonista sul suo bel arancio si stagliano i personaggi i cui colori si abbassano in luminosità e saturazione. ( La saturazione in pittura non si abbassa aggiungendo grigio ma il colore complementare qui si aggiunge all'arancio del blu). Nella 5° il personaggio con il cappotto arancio perde le ombre per poter risaltare meglio e accentrare tutta l'attenzione del lettore su di sé. La vignetta accanto riequilibra la striscia con toni più pacati e armonici suggerendo anche il carattere più riflessivo dei personaggi. Gioco ripetuto nella striscia successiva nella cui ultima vignetta i due ultimi membri dell'impresa sono più scuri di uno sfondo abbastanza esteso che dà respiro alla pagina altrimenti piuttosto piena.

lunedì 11 aprile 2011

Analisi di tavole-02


Pagina tratta da Saint-Germain des Morts di Denis Bodart e Alain Streng

Inizio io però anche voi metteteci del vostro altrimenti paio un idiota che fa monologhi.
Innanzitutto la tavola nel suo insieme.Tutte le vignette sono legate da colori simili, la presenza del giallo, della maglia rossa del protagonista e la... miscela dei pochi colori freddi con una componente più calda rende l'impressione di una giornata di gran luce. L'armonia in questo caso la si ottiene con un gran uso di colori primari bilanciati da toni meno saturi vedi asfalto o cielo slavato. Secondo me ci sono dei colpi di genio come l'auto arancione a dx nella prima vig. che dona il tocco caldo che altrimenti sarebbe mancato alla vignetta e bilancia il viola delle altre vetture. Il protagonista maglione rosso, pantaloni gialli e ombre blu contiene tutti i colori primari e vive una sua interezza cromatica. Nella prima vignetta viene sottolineato il personaggio con l'espediente di un vistoso contrasto con una zona verde (complementare del maglione) e un'ombra innaturale e vistosa ma funzionale a terra . Nella seconda vignetta la donna è fatta risaltare dai colori più chiari in contrasto con le ombre portate dei palazzi, stesso trucco usato per l'uomo nella successiva vig. Un'altra cosa che amo molto è il "richiamare" certi colori nella 5° vignetta il rosso viene accennato anche nella quinta unendo la vignetta. L'uso dei colori primari, secondo i libri di teoria del colore, dà armonia ma rischia di soffrire un senso di mancanza di unità in quanto i colori non hanno legami tra loro, si posso quindi usare per contrappunto su dei toni più coordinati o assieme a colori "ponte" come il blu-giallastro o il certi toni violacei di questa tavola.

Commenti su FB
Paolo Raffaelli:
Posto che come colore mi piace molto all'inizio avevo qualche dubbio sul fatto che nella prima e specialmente nella terza vignetta la donna tampinata da "giacchetta rossa" sia praticamente invisibile. Ragionandoci meglio poi però mi sono reso conto che la cosa è evidentemente voluta, sia dal disegnatore che dal colorista (se non sono la stessa persona). Specie nella terza c'è quell'attimo di suspance del tipo: oddio me la sono persa! Mentre in effetti è messa molto bene in evidenza nella seconda e nell'ultima. Comunque l'iniseme a me piace veramente molto. E la Porsche gialla è un colpo di classe, si (e anche un colore classico Porsche del periodo...)

Me :
Sì, la signora non è evidentissima ma se noti è posta nel disegno quasi sempre indicata da un elemento obliquo che conduce il nostro sguardo su di lei.

Francesco Gorni:
Io trovo che ci sia una specie di contrattempo ritmico, un contrasto ritmico prodotto dall'alternarsi di pausa sul colore della giacca e nota sui colori più chiari. Grazie a questa concitazione visiva, l'effetto "inseguimento" viene fuori ancora meglio.

Ora tocca a voi.

sabato 9 aprile 2011

Analisi di tavole-01

(Tavola tratta da "Tiresias" di Rossi e Le Tendre edito ad Casterman)
Come vi dicevo in precedenza ho aperto uno spazio FB dedicato al colore. Oltre a link e immagini di opere che offrono ispirazione e spunti sto cercando di fare un po' di analisi del colore di tavole a fumetti. In sintesi è semplicemente esporre delle pagine e tentare di individuare quelli che ci sembrano i meccanismi dietro la realizzazione. Si prova a elencare cosa si vede per capire la logica della costruzione del colore per diventare più padroni della tecnica e poterla riutilizzare.
Se volete partecipare anche voi potete entrare su FB altrimenti metterò anche qua le stesse tavole e magari trascriverò qualche commento feisbucchiano per dare uno stimolo. Vi prego non lasciatemi sola. :D

lunedì 21 febbraio 2011


Ecchime!
Dopo lunghi mesi di assenza per vari motivi e dopo aver partecipato alle polemiche inerenti contratti e trattamenti eccoci a noi. Polemiche placate, contratti non pervenuti, qualcuno mi racconta dell'esistenza di un forum cui entrare previa autorizzazione di cui non ho la benché minima idea di cosa parli e quanto sia attivo ma non voglio approfondire tale conoscenza e questa era solo una premessa per chiudere una parentesi lasciata aperta nei post scorsi.
Parliamo d'altro.
Voglio mettere un po' di pagine a colori.
Per prima metto la doppia versione di una stessa pagina. Mi han chiesto più luce e, come un mio più illustre predecessore ho detto :"E luce sia!" (ops mi è scappata un'eresia)
Per finirechi di voi possiede un account Facebook e volesse aggregarsi al mio nuovo gruppo che parla di coloredi nome: "Di tutti i colori" http://www.facebook.com/home.php?sk=group_112575162152335&notif_t=group_activity
Vorrei diventasse un posto dove si mettono link a ispirazioni e materiale che può servire a chi vuole saperne di più sul colore. Se volete dare un vostro contributo o discutere di qualcosa siete i benvenuti.

venerdì 5 novembre 2010

Tavola rotonda degli autori a Lucca 2010


La riunione, uso il termine "riunione" sperando di non offendere nessuno, in quel di Lucca si è svolta seguendo il programma stabilito.

Gli interventi si sono susseguiti velocemente, erano stati assegnati ad ogni relatore 10 minuti, nonostante i tempi stretti si è stato sforato l'orario di chiusura del museo per la gioia della povera custode.

Non è stato possibile fare commenti dal pubblico se non poche battute per via del poco tempo.

Gli argomenti toccati sono stati gli stessi affrontati su internet negli ultimi mesi e quindi non ci sono state sorprese né particolari passaggi entusiasmanti.

Non si è parlato né di paghe né di specifici problemi se si esclude l'intervento di Milazzo il quale ha ribadito nuovamente della sua proposta di estensione dei diritti di creazione dell'opera a chi l'ha realizzata graficamente.

Alcuni intervenuti hanno esposto delle loro esperienze facendo solo i nomi delle case editrici "buone", tutto si è svolto in modo molto educato senza particolare verve. Ha parlato Toninelli leggendo un messaggio di Luca Erbetta sulla possibilità di rifondare una associazione dei fumettisti chiedendo agli interessati di scrivere sul suo blog : http://assfum.blogspot.com/

C'era anche il mio nome tra coloro che vogliono fare questa associazione ma è solo parzialmente vero, nel senso che io mi interesso ma non so se ne farò parte fino a che non sarà chiarito il percorso che si intende intraprendere.

Nota negativa: La partecipazione agli inizi della discussione sarà stata di una 60-70 persone ma è scemata ad ogni intervento quando i relatori finivano i loro 10 minuti spesso dovevano scappare portandosi con sé degli amici seduti. Alla fine eravamo 10-15 compresi gli organizzatori e la custode del Museo :D

In definitiva questa riunione poteva destare interesse solo a chi non avesse seguito niente su internet, sicuramente non si sono potuti approfondire gli argomenti né sono venute fuori delle strategie o idee per far cambiare le cose.

La mia opinione sull'evento è neutro, nel senso che non essendoci argomenti discussi ma solo constatazioni dei fatti non mi si può esprimere alcun parere a riguardo tranne un minimo di delusione del fatto che dopo diversi mesi non vedo spunti nuovi e non ho visto molti autori ma l'ora sfigata e la compresenza con la mostra hanno dato diversi problemi.

Speriamo nella prossima, confidiamo sul fatto che qualcuno tiri fuori idee concrete altrimenti le buone intenzioni non potranno avere seguito pratico.

domenica 26 settembre 2010

Ultima chiamata


Premessa: questo messaggi è appositamente provocatorio senza cattivi intenti ma solo per vedere se c'è speranza.

Sono mesi che nei vari blog si parla della "crisi" dei compensi degli autori e dei vari problemi che sono costretti ad affrontare.

Il problema è che a far discorsi generici sono bravi tutti ma poi...

Poi ci si deve scontrare con la vita reale con il fatto che gli editori "nemici" sono persone in carne ed ossa che hanno i loro problemi, le loro scuse e magari con alcuni di loro ci sono rapporti di amicizia.

Io, qualche tempo fa parlando con un amico gli dicevo come, secondo me, per fare l'editore serio non si devono avere amici ma scegliere in base ai bisogni della casa editrice, ecco, anche per fare una protesta seria serve non aver amici o, almeno, riuscire a distinguere i due ruoli.

Ci riusciranno?

Dai primi segni direi di no. Fioriscono i discorsi in cui si incensa un editore o almeno si precisa che ci si è trovati sempre bene. Ma che vuol dire trovarsi bene? Uno, umanamente, si può trovare magnificamente anche con editori non paganti o con paghe che rasentano il rimborso spese ma qui stiamo lottando per avere una paga dignitosa o ci si limita a criticare quei due editori più infimi con i quali si sa già non si vuol avere a che fare? Che differenza intercorre tra lavorare per niente e lavorare per uno stipendio che non ti permette di campare?

Chi è disposto a farsi nemici? Chi se la sente di parlare dei suoi problemi senza la paura di passare da coglione perché vive con una paga misera pur se lavora da molti anni?

Secondo me, se si vuol cambiare qualcosa si deve essere critici ed è inevitabile creare un conflitto. Come si spiega in ogni manuale di sceneggiatura perché il personaggio cresca deve aprirsi un conflitto, il personaggio deve cercare di raggiungere la sua meta scontrandosi con le avversità. In un conflitto si deve scegliere una parte, schierarsi. Chi si schiererà? Molti anni fa, 15 circa, qualcuno provò a fare una cosa simile. Quanti furono gli iscritti? Pochi, così come pochi sono gli iscritti al SILF.

Ora sarebbe diverso visto che quel che si rischia di perdere è di minore entità? Non credo proprio, anzi meno c'è e più le persone diventano gelose, legate a questo piccolo mondo.

Questa riunione nasce in un modo poco partecipato, ad oggi non si sa se ci sono idee alla base, se c'è già qualcuna di concreto nelle menti degli organizzatori, non si sa come verrà organizzata ( mi è stato riferito che saranno presenti pure gli editori anche se in molti speravano di avere un po' di tempo solo per gli autori) alla fine non so se ripetere gli sbagli del SILF di non chiamare tutti a partecipare alla creazione di questo evento sia stata una buona idea. In vari blog ci sono stati interventi in materia ma le soluzioni pratiche ancora non si vedono.

Intanto, come dicevo inizialmente, però si affacciano certi personaggi a raccontare che a loro va tutto bene e che si occupano della cosa solo per gli altri. Se continua così alla fine la riunione servirà a dirci come va bene qua in Italia. Ma vi ricordate che all'inizio in tanti si lamentavano? Forse mi confondo, forse erano solo chiacchiere sul tempo e sul fatto che non ci sono più le mezze stagioni.

domenica 29 agosto 2010

Una discussione ampia avvenuta sul mio account FB


Ho uppato la discussione avvenuta sul mio account di Facebook qualche tempo fa sull'argomento: editoria in Italia, problemi degli autori e degli editori. E' in formato word ed è una lunga discussione a cui hanno partecipato in diverse persone tra cui: Luca Blengino, Andrea Mazzotta, Armando Rossi Andrea Piccardo e altri contributori. Per scaricarlo cliccate qua

Buona lettura.

( La foto è, come al solito, mia e ritrae il mio ultimo "acquisto" in fatto di gatti: Cattivik)

martedì 17 agosto 2010

Chi dorme si riposa


Ho letto le ultime pagine della discussione su Kinart sugli editori italiani . Ormai in tutto il web la discussione sta scemando qui ha preso una piega surreale. Invece che proposte per risolvere il problema sta diventando un "confessionale" per editori. Sono tutti presi a giustificare le loro mancanze con la scusa del mercato. Ma se ci siete finiti in questo mercato e non lo conoscevate non è cosa di cui andar fieri, siete stati degli sprovveduti. Se lo conoscevate e continuate a starci, per amore del fumetto, dando pagamenti ridicoli ecco per me potete anche smettere, non voglio uccidervi ma farvi rifletter sul ruolo marginale che avete. Basta lagnarvi, avete messo su attività imprenditoriali che sembrano non prevedere introiti per nessuno e state pure li a spalleggiarvi? Ma a nessuno di voi è venuto in mente di cercare di migliorare la vostra impresa? . Qui servono soldi e idee. Ne avete?
Basta con questa "passione", io da autrice nel lavoro non cerco un editore che mi vuole bene cerco un editore che mi paghi sarebbe la migliore forma di rispetto che potrei avere.
E questa mia parte del post è un atto d'amore nei vostri confronti ( che non verrà mai riconosciuto come tale) non di odio.

Alla fine mi pare che sia dal lato editori come da quello artisti quel che manca è l'informazione e un po' di senso critico nei confronti propri e del resto del mondo. Si può cercare di fare fluire meglio le informazioni ma se alcuni non se le sono cercate prima a che servirebbe mettergliele sotto il naso?
Pensate che gli editori italiani piccoli non vi paghino abbastanza? Ok, però provate anche con altri mercati e non continuate a fare sempre il giro degli stessi altrimenti sembra solo che lo facciate per dirvi che non riuscite a fare questo mestiere perché il mondo è cattivo con voi o perché dovete fare ancora gavetta.

Per finire con un velo di polemica: Ma Kinart non ha promosso ben due concorsi per pubblicazioni senza pagamento e adesso si propone a questi editori che inizialmente si sono criticati? Avrete sicuramente i vostri buoni motivi ma sapete come si dice, l'inferno è lastricato di buone intenzioni, state attenti a non mettervi situazioni spiacevoli se poi volete criticare questo sistema. :)

sabato 24 luglio 2010

Passione in tutti i sensi :)


Più leggo discussioni sui problemi del fumetto in Italia e più mi sento di volerne star fuori ( dalle discussioni ma anche dal mondo italiano :D). Vorrei dire la mia ma, leggendo in qua e là sulla rete, trovo troppe cose assurde. Per dirla come Moretti, sono concorde solo con una minoranza.Non so se parteciparvi perché sinceramente il mondo del fumetto italiano è piccolo, non si parla di massimi sistemi ma solo di casi, anche per gli editori più che aziende paiono fatte da persone che si improvvisano editori perché amano il fumetto, altri perché amano avere persone che li cercano alcuni degenerano, altri ingannano altri sono sinceri, insomma le storie che ci sono dietro sono tante e alla fine tutti i pareri valgono solo se fatti dando prima il nome e cognome dell'editore. In più anche tra gli autori vengono fuori strani discorsi che mi fanno venire la pelle d'oca.
Io nasco da una famiglia operaia con mio padre che era il classico metalmeccanico sempre incazzato e scioperante quindi l'idea di creare un minimo di coscienza di classe in questo mestiere non più che trovarmi d'accordo ma non capisco bene il nostro potere contrattuale, cioè se chiedono più soldi magari possono strappare due euro in più ma se da 1000 euro passi a 1300 cambia veramente qualcosa? Un operaio FIAT vede manager milionari e lui con poco ma nel fumetto l'editor spesso è solo un appassionato che incassa briciole, questo settore è messo male non ci sono investitori seri dentro, qualche ruba galline e tanti appassionati, alle volte onesti alle volte prepotenti. ( che poi tutti noi sappiamo che l'inferno è lastricato di buone intenzioni)E tanto lo sapevo che poi tiravano fuori la solita pubblicità nei fumetti....Che senso di dejavù...
Ah per finire il discorso paga: Se poi tiri tanto la corda chiedendo aumenti esistono tanti ragazzetti disposti a lavorare per niente e gli editori se non promettono nulla mica fanno niente di illegale. Se poi, per assurdo, tutti si rifiutassero di lavorare non pagati o pagati poco, l'unica cosa che succederebbe è che chiuderebbero i piccoli editori. Io penso che non cambierebbe molto ma non credo neppure che sarebbe un gran miglioramento. Io dico a chiunque voglia iniziare di farlo all'estero anche in piccole case editrici ma so già che esisteranno sempre giovanissimi che vogliono vedere il loro albetto su carta in Italia e, tristemente, molte case editrici piccole italiane vivono per loro. Prodotti di scarsa qualità, accanto a ristampe di opere gloriose o opere tradotte di varia qualità: questa è la realtà.
Come ho detto più volte a me quel che infastidisce sono le falsità e le truffe, ovvero promettere e non dare all'autore, questo è approfittarsene anche se alla volte gioca un ruolo importante il fatto che anche certi autori si adagiano su promesse che se ragionasse o si informasse un poco scoprirebbe essere assurde insomma si fanno cullare dal bel suono dei complimenti oppure altri sebbene scottati da un esperienza evitano di parlarne per non passar male o perché poi non si sa mai e allora meglio fare discorsi fumosi per non doversene poi pentire. Insomma ognuno ha ottime ragioni per fare quel che fa.
E poi una cosa la devo dire, se qualcuno consiglia Taormina come una soluzione ottimale non capisco più cosa posso fare io per i fumettisti in Italia ( permettetemi la provocazione e mi perdonino coloro che lavorano per questa associazione o editore a momenti alterni). Ognuno faccia quel che vuole io mi terrò informata cercherò di continuare l'opera di Shaolin cartoonists e alla prossima.

sabato 26 giugno 2010

Sperimentazioni ( ma non troppo)

La colorazione del tomo 4 di "Je suis Cathare" procede più lenta di come vorrei, sto cercando di cogliere l'occasione di queste nuove tavole per sperimentare un diverso processo. In queste pagine ho deciso di fare prima il lavoro di differenziazione dei piani e poi di occuparmi dei toni. In pratica faccio uno studio in bn di luci e ombre e poi il resto.
Un metodo molto utilizzato dai coloristi.
Metto sotto lo studio e qualche vignetta terminata. Opinioni a riguardo?
PS Nucleare: Una cosa poco risaputa è che per raffreddare i processi è necessaria moltissima acqua potabile, quest'acqua raggiunge elevate temperature e quindi prima di essere reimmessa nei fiumi abbisogna di essere mescolata ad acqua fredda. In Francia, dove sono in funzione reattori, durante i periodi di siccità estivi esistono gravissimi problemi, nell'ultima annata secca, quando ci furono diversi morti, per evitare gli effetti immediati ossia il lasciare a secco intere città, non diluirono l'acqua calda e la ributtarono nei fiumi, ovviamente morì la fauna e flora attorno al fiume per diversi km creando danni all'agricoltura e all'ambiente. In Italia dove ogni anno la siccità si fa sentire pensate sia un colpo di genio mettere impianti che sprecano così tanta acqua?