giovedì 13 novembre 2008

Diritti e doveri 02



(continua da qui)Per questo problema, spesso in Italia, si è pagati una-tantum e non si riceve un compenso maggiore se le cose vanno bene, in più non si viene riconosciuti come prestatori di opere di ingegno ma come semplici impiegati a progetto creando notevoli problemi anche dal punto di vista delle finanze. Se risultassimo creatori di qualcosa potremmo dichiarare i nostri compensi accorpandoci ai creativi che guadagnano sui loro brevetti. Chi lavora in Francia sa bene che questo rende le cose assai più semplici. In più nella nostra categoria esiste il problema della divisione delle rendite tra collaboratori. Un fumetto può prevedere la collaborazione di diverse persone: creatore dei personaggi, sceneggiatore, disegnatore, inchiostratore e colorista. Quindi sarebbe opportuno stabilire come dovrebbero ripartirsi i proventi o almeno stabilire che si debbano ripartire.
Certo che la nostra categoria è relativamente poco numerosa, Milazzo ipotizzava cifre intorno alle 2000 persone tra disegnatori e sceneggiatori. Quindi alcuni sostengono che dovremmo cercare di coalizzarci con altre realtà come quella degli illustratori o quella dei cartoonist ma è anche vero che poi i problemi che dovremo affrontare saranno diversi e c'è il rischio che diventiamo una minoranza e che le nostre questioni vengano tralasciate data il maggior numero di illustratori.
La proposta di legge per adesso ha un appoggio politico trasversale ma è indispensabile un numero cospicuo di firme per dare maggiore forza e per poter intraprendere la strada parlamentare che forse la porterà a essere legge.
Sicuramente potrebbe essere una buona occasione per riunirsi attorno a un tavolo e confrontarci, è un mestiere individualista che troppo spesso è vissuto in solitudine e anche questo è un motivo per cui siamo così fragili dal punto di vista dei diritti. (continua...)

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