martedì 27 maggio 2008

Valutare le offerte

Ho deciso di scrivere una quasi inutile vademecum a uno degli aspetti più difficili di questo e molti altri lavori.
Capire le offerte di lavoro e imparare a valutarle.
Ingredienti fondamentali di tale operazione sono conoscenza e senso critico. Per conoscenza intendo il bagaglio di notizie che girano nel settore, serve di conoscere le persone e di chiedere informazioni e pareri ma anche di capire chi vi sta dando le notizie, queste cose servono molto di più che le amicizie interessate per cercare di entrare a tale editore.
Il senso critico è il secondo ingrediente che forse è anche più difficile da formare si accresce con l’esperienza, imparando dai propri errori e dagli errori degli altri.
Ma arriviamo ai consigli pratici in varie occasioni.
Nel caso di annunci e richieste cercate di mantenere un minimo di freddezza, anche se siete giovani e avete entusiasmo, cercate di conservare senso critico e non farvi prendere interamente dalla frenesia per una possibile pubblicazione.
Chiedete tutto quello che vi serve di sapere per valutare un’offerta. Dovete cercare di sapere diverse cose: serietà della pubblicazione, persone coinvolte, sbocchi, tipo di lavoro, complessità, paga, distribuzione insomma per sintetizzare dovete capire :
-cosa dovete dare
-cosa riceverete in cambio

Prima di rispondere a ogni proposta prendetevi un attimo di riflessione, fate una prova, se possibile, plausibile, per capire meglio la quantità di lavoro e come reagiscono i committenti, potrete, facendo questo, valutare meglio i tempi e iniziare a capire che gente avete davanti.
Non fidatemi mai troppo di quelli che la fanno facile inizialmente.
Cercate di mantenere un rapporto professionale, se si instaura una "amicizia" guardate sempre che non sia interessata, in parole povere, voi potete fare qualche nottata per un problema loro ma se poi voi ad avere un problema come si comportano?
Prendete i complimenti di un editore ma considerate sempre che con le lodi non ci si sfama meglio un editor più critico che vi paga che uno che coccola il vostro ego ma non vi dà un euro.

Ognuno di noi valuta in modo personale ogni offerta perché da un valore diverso alle proposte, c’è chi pensa che un albetto con bassa tiratura già basti perché già per lui è grande il piacere di avere per le mani il suo lavoro stampato e si accontenta di nn avere una paga o una paghetta rimborso spese e chi a tali patti non scenderebbe mai.

Io vi consiglio caldamente di:

-non lavorare svendendovi
-se volete farne un lavoro dovete essere pagati in modo dignitoso e rispettati per quello che fate
-se non ricevete una paga o una paga simbolica non siete tenuti a fare niente di più di quello che vi piace fare


-Se lavorate svendendovi tutti potranno pensare che il vostro lavoro non vale e quindi perché mai dovrebbe pagarvi anche in futuro.
-Se non pretendete il rispetto si abitueranno a non rispettarvi.
-Se fate di più diventerà normale che lo facciate e sarà difficile poi far capire che non avete più voglia /tempo di fare più di ciò che vi piace fare.

I datori di lavoro si abituano male facilmente e poi per tornare a condizioni migliori ce ne vuole di tempo e di lotte ricordatevene...

11 commenti:

Unknown ha detto...

Sottoscrivo! E aggiugo anche di trattare sempre le questioni professionali come tali. Il personale è un'altra cosa e questi due aspetti non vanno confusi. Si può anche lavorare con gli amici ma con basi chiare che devono essere rispettate. Così si preserva rapporto professionale e rapporto personale, contrariamente si rischia di perdere entrambi!

Lester K. Chaykin ha detto...

Una lezione di vita più che un post sul lavoro di fumettista.
Concordo in pieno con quello che dici, al di là dell'ambito lavorativo .
Capisco comunque le difficoltà nel "andare avanti" quando non si è disposti a svendersi.
E' un argomento controverso e forse, come sempre, la verità stà in mezzo.

Mirella ha detto...

Sono pienamente daccordo! Io ho preso un sacco di cantonate, specialmente da un certo "editore" che non nomino per motivi di "rispetto", per cui avevo fatto un lavoro che non è mai stato nè pubblicato, nè pagato,nonostante io mi ci fossi ammazzata sopra!!!!
Adesso sto valutando molto meglio il settore, anche se vedo che è veramente difficile trovare qualcuno che ti dia lavoro...

Anonimo ha detto...

Parole sacrosante, soprattutto all'inizio, quando si crede poco in se stessi, quando si è umili e si pensa che sia un onore ricevere anche solo una pacca sulla spalla dalla tal persona o lavorare per la tal casa editrice.

grazie per i consigli e per i tutorial.

daniele

Claudia ha detto...

Cri. Hai perfettamente ragione, non è facile per esempio capire che le eventuali critiche-correzioni sono al tuo lavoro non a te. Ma è essenziale dividere i rapporti professionali da quelli personali per preservare entrambi.

Wally. Diciamo più un post che spero di una qualche utilità pubblica. Anch'io, ovviamente ho fatto sbagli e alle volte ho avuto problemi con editor e vari ma forse ho avuto un vantaggio dalla mia, ho iniziato a fare questo mestiere a un'età in cui avevo bisogno di soldi conoscendo già l'ambiente visto che ho seguito per anni Fabio anche durante gli incontri con editor vari. Insomma non penso di essere migliore di un ragazzino giovane ma ne ho visti troppi che si fanno prendere da entusiasmi che sono anche uno dei lati positivi di quella fascia di età ma che nel lavoro possono portare a notevoli problemi, poi è ovvio che la fregatura e sempre in agguato per grandi e piccini :D
Non so cosa intendi tu per "svendersi", io intendevo farlo con persone che non ti rispettano o che non ti pagano in modo dignitoso e trovo che più che altro uno non lo dovrebbe fare per se stesso, per preservare il rispetto per sé e per il proprio lavoro. Ovviamente il termine paga dignitosa può essere inteso diversamente a secondo delle proprie esigenze.

Mirella: Sì,mi spiace per te per le tue disavventure però l'esperienza la si acquisisce anche così.

Daniele. Di niente, Daniele.Grazie di essere passato di qua.
L'umiltà è una gran cosa preservatela per tutta la vita e poi, come dicevo, anche l'entusiasmo è una sentimento importante e positivo basta che sia accompagnato anche da un po' di criticità.

Lester K. Chaykin ha detto...

Per "svendersi" intendo proprio ciò che intendi anche tu ;-)

Quando mi offrono trenta euro per suonare il venerdì sera in un locale, mi rifiuto, dato che 15 anni di schiena curva sulla chitarra non valgono così poco. Il problema è quando nessuno offre più di trenta euro. Che si fa? Ci si svende e si mettono in saccoccia i 30 bigliettoni o si rimane chiusi in casa a suonare per se?
Ecco dove stà l'inghippo, secondo me.

SILVIO ha detto...

BRAVA!!!
aggiungo solo che la parola LAVORO prescinde qualsiasi PROFESSIONE, anche quella del fumetto.

Niccolò Storai ha detto...

Brava Claudia,
così parla.

Guglie ha detto...

Quello che Wally dice e' interessante ed apre ad un approfondimento che magari sarebbe bene riprendere in un post separato ;-)

Mirco Lai ha detto...

Cara Claudia, mi fa piacere che ci siano professionisti come te che non adoperano il loro blog esclusivamente come "vetrina" per il proprio lavoro. Condividere la tua esperienza (e il tuo bagaglio tecnico) con altre persone , magari per cercare di dare una mano a coloro che desiderano trasformare la propria passione in una professione, è un gesto che apprezzo moltissimo e che non fa che accrescere la mia stima nei tuoi confronti! : D

Claudia ha detto...

Per Wally.
Ti avevo fatto quella domanda perché io pensavo al caso di artisti che magari hanno un altro lavoro che gli dà da mangiare e voglio fare il loro fumetto per divertimento e in quel caso allora quello che vogliono in cambio è più la pubblicazione che non il denaro.
Capisco il tuo discorso però devi considerare anche questo lato della questione: in Italia sempre meno persone sono disposte a pagare decentemente un colorista, anche se il discorso si potrebbe estendere a molte altre mansioni purtroppo, ci sono alcuni ragazzi magari alle prime armi che non hanno così bisogno di soldi e cercano esperienza e cedono. Lavorano per cifre irrisorie Il datore di lavoro se trova gente disposta a lavorare per 20 euro non ha più nessun motivo per pagarti 80. Ok, il livello qualitativo si abbasserà ma in molti lavori la qualità non è così fondamentale e allora chi vuole campare con questo lavoro o cambia paese o cambia lavoro.
Capisco il tuo discorso: ho accetto quella paga o non suono ma se accetti quella paga dai loro motivo per non darti di più.
Grazie Silvio, sì, hai ragione oramai non è più un problema solo dei coloristi o dei fumettisti il problema si pone in quasi tutte le mansioni.

Grazie Niccolò! :D

Sì, Guglie magari ne riparliamo in un post anche se devo mettere su un po' di colorazioni perché altrimenti sembra una colonia di rivoltosi oddio a me piacciono i rivoltosi ma sai coi tempi che corrono è pericoloso :D

Grazie Mirco, a me piace condividere le esperienze, questo mondo del fumetto è piccolo prima o poi passiamo tutti dagli stessi posti.