martedì 15 gennaio 2008

Gusto


Rieccomi, dopo un assenza di qualche tempo. Mi piacerebbe tirare su una chiacchierata su un tema passando in rassegna diversi suoi aspetti se vi va di partecipare mi piacerebbe parlare del bello, del gusto di come si forma di come si è formato il mio ed il vostro.

Per un periodo, come saprete, sono stata una cuoca-pasticcera e in quell'ambiente si parla spesso dell'impronta del gusto, del fatto che ognuno di noi si forma su una serie di sapori che sono legati alla cucina della propria infanzia. Poi potremmo sperimentare e rivoluzionare ma quei sapori saranno la nostra base e un rassicurante porto a cui tornare e qui verrà in mente Ego di Ratatuoille ma non era qui che volevo arrivare ma a parlare dei nostri lavori o hobby o interessi.
Il gusto nel fumetto e nell'arte ce lo tiriamo su con gli anni e cambia assai ma nasce da giovani. Io avevo mio padre che mi comprava Topolino quando avevo 3-4 anni e me lo leggeva poi sono per qualche periodo ho letto soprattutto qualche riduzione a fumetti di cartoon televisivi ma erano molto rare queste letture. Quando sono arrivata agli 11-12 sono diventata una divoratrice di romanzi per ragazzi e i fumetti sono passati un po' in disparte, solo qualche numero del Giornalino ( cavolo a ripensarci, leggevo quel giornale, gluck!). La colpa del mio ritorno sono stati uno zio inconsapevole e una nonna materna "strana". Nei miei lunghi pomeriggi a casa dei nonni paterni, dove andavo dopo la scuola, mi annoiavo assai, un giorno andai in esplorazione in cantina alla ricerca di un modo per passare il tempo, trovai un pacco di vecchi Diabolik di mio zio, mi divertii a leggerli e decisi che volevo provare altri fumetti. Mia nonna era una grande lettrice di Bonelli, Intrepido, Monello e altri. Razzolando tra i suoi archivi trovai uno dei miei primi amori: Ken Parker.
Ovviamente all'epoca in mio gusto non era formato e macinavo quintali di robe orribili comincia anche a comprarne qualcuno con i soldi miei, Comic Art e le altre riviste contenitore assieme ai classici Lupo Alberto, Cattivik, Sturmtruppen.
Devo dire che pur essendo stata all'epoca ancora più che ora un'ignorante del fumetto ho scoperto poi che le cose che mi piacevano maggiormente erano disegnate da grandi autori che spesso ho continuato ad apprezzare.
Tutta questa perifrasi per parlare del gusto di come nasce, come è cambiato il vostro? come fate a giudicare cosa vi piace?
Io cerco di guardare tanto, accrescere il mio bagaglio di conoscenza per giudicare meglio ma in effetti un po' la mia impronta del gusto rimane. :)

8 commenti:

Design270 ha detto...

bello ci sto.
Io ho avuto un iter assolutamente simile anche se non si trattava di mia nonna ma del padre di una tipa con cui Becciavo duro alle medie, ed essendo leggermente più giovane di te, ho dovuto comprarmeli i Ken Parker. Però ho qualche ricordo scolpito nella pietra, tipo: la prima volta che ho letto un fumetto era un topolino (non mi ricordo quale) ma non sapevo come si leggeva, così ho chiesto a mio padre, eravamo in campagna nella loro camera da letto; La prima volta che mi sono reso conto che li leggevo con più attenzione di altri ero da un mio cugino di Ovada, aveva una scatola sotto il letto piena di Zagor e io li leggevo per delle ore ma non perché non sapessi leggere ma perché mi soffermavo a guardare i disegni a cercare di capire la trama, ero alle elementari perché il giorno dopo avrei avuto le gare di non so cosa e mio padre avendolo scoperto in ritardo (non da me) venne ad Ovada in moto a raccogliermi la mattina presto, per arrivare in tempo alla gara; Il mio primo fumetto in cui ho distinto lo stile di un disegnatore è CASABLANCA di Cavazzano e per questa ragione, lo tengo in studio in una bacheca. Il mio primo fumetto di super eroi è stato un qualche spiderman contro Lizard, alle medie in gita scolastica in montagna, mi ricordo che uno dei miei compagni di camera stava male e doveva mettere le supposte e se le infilava esattamente davanti alla porta della camera sperando che qualche prof entrasse, l'esibizionista oggi fa il tipografo in spagna. ComicArt ed Eternauta li leggevo dal suddetto padre della mia amica becciona.
Il mio gusto è figlio di un nonno acquarellista da paura e di una madre Maestra d'asilo e di un padre Traffichino, sono cresciuto in ambiente ricco di stimoli artistici e storici. Mia madre mi ha passato la passione per la cucina e devo dire che (senza cercare di accostarmi a lei che è impressionante) me la cavo niente male.

Ed ha detto...

io non potrei mai rispondere a una domanda così... il mio gusto è in continua evoluzione e comunque troppo esteso. Ho influenze delle più disparate e molto distanti tra loro... ed essendo di natura un entusiasta, mi appassiono tantissimo e un sacco di artisti.


Comunque passavo di qui in realtà per dirti:
1) era ora che tornassi :)
2) nella mail mi sono dimenticato di dirti che ti ho linkata in quel blog nuovo (cioè il mio sì)

ciao Claudia :)

Anonimo ha detto...

Forse finisco fuori tema, ma intendo il "gusto" non come uno "stato" ma come "un'attitudine", vale a dire: "essere in grado di/saper gustare". E questo, per me, significa saper fare classificazioni, saper interpretare le sfumature, conoscerne le differenze; insomma: essere in grado di affrontare la complessità e, magari, farle semplici proprio perché comprese... ossia: gustarsele.
Un caro saluto,
Leo

Claudia ha detto...

Desing270: Ahahah ti deve aver colpito quella cosa del tuo amico se ancora te la ricordi :) Le vie di come ci siamo avvicinati al fumetto sono stranee soprattutto è starno a distanza di anni rivedere quello che ci aveva colpiti.
Leo: No macchè fuori tema anzi sei quello che ci è andato più vicino :) A me interessava riflettere sui nostri gusti, su come si sono formati, non so ma ultimamente mi ponevo la domanda: Come faccio a dire che questo mi piace? Solitamente paragono, alle mie esperienze alle mie conoscenze. Spesso l'effetto strano che si ha a rileggere storie scoperte anni prima è tipo l'effetto che fa ritornare nella casa in cui si stava da piccoli è diverso perchè cambiato il metro di paragone. Ovviamente ha un peso anche il mio bisogno di soddisfare certi bisogni, esempio, in certi frangenti non sopporto cose troppo serie, altre volte ho voglia di provare emozioni forti e anche angoscianti. Ma il mio essere cresciuta su un certo tipo di storie mi rende più facile un certo tipo di fumetto, impronta iniziale.
ED: Ah meno male non sapevo che linkare, il prossimo aggiornamento ti aggiungo

Lester K. Chaykin ha detto...

Avere un fratello più grande serve a trovare già la pappa pronta. Il mio - 4 anni in più di me - portava avanti una collezione mastodontica di Topolino, senza perderne uno. Ho sempre avuto, ogni mercoledi, la mia copia da sbranare. Poi, crescendo, lui è passato a Dylan Dog (sfido a trovare un ragazzo degli '80 che non legge Dyd) e così, anch'io giù a colpi di Bonelli! Poi l'incontro con i computer, la passione per la grafica... unire le due cose, mettere un po' di fantasia, un po' di tempo libero, "Scechierare" per bene ed eccomi qui. Negli ultimi anni, ovviamente, ho "guardato" molto in giro il lavoro dei coloristi "veri"... e cerco di apprendere il più possibile. Un bel commento fu quello ricevuto da uno dei "grandi" del colore che mi disse "il gusto ce l'hai e questo è già un grandissimo passo in avanti". La tecnica, provo ad affinarla giorno per giorno... Speriamo bene :)

Anonimo ha detto...

inquietante.=) stesso iter di wally...praticamente identico. solo che non ho un fratello ma un cugino, del '76 e quindi dylan dog dipendente(con collezione completa dal primo numero-che io gli ho procurato ghgh-)e un abbonamento di topolino regalato da lui in 3 elementare. Dall'artistico ho preso tutto quello che c'è di buono e di cattivo, divisa a metà tra due professoresse che si facevano la guerra amplificando il divario tra classico e contemporaneo. cosa di cui avrei fatto a meno.Così son passata anche dalla pittura e alla fotografia moderna e contemporanea(compresa quella cinematografica).Ecco si, la fotografia sta giocando un ottima partita..in fondo quello che vediamo dovrebbe formare il nostro gusto, ma niente ci vieta di dargli una ritoccata.Vengo un po' da "guerre",effettivamente,quello che scatta poi per strappare la vittoria ancora non lo so bene...deve accendere quel piccolo interruttore nascosto che nessuno vede.Con la Scuola del Fumetto poi mi si è aperto il mondo. Il confronto diretto è sempre un ottima cosa.
ho fatto un poema..XD

ciau... ^__^

Lester K. Chaykin ha detto...

Giusto per rendere il tutto più "inquietante", anche mio fratello + del '76... aarrrgghhh!! ;)

Claudia ha detto...

@Wally: Sei stato fortunato ad avere un fratello con la passione dei fumetti almeno aveva speso lui i suoi soldini e tu leggevi a scrocco.
@Fau:Trovo che avere più voci che ti trasmettono le loro passioni contrastanti sia la migliore delle cose. Una versione è sempre troppo poco, nell'arte come nelle scienze il confronto e alle volte lo scontro porta alle migliori intuizioni ti da modo di pensare mentre un parere unico non ti fa scaturire un pensiero tuo. Andiamoglielo a dire in parlamento che lì le discussioni e i pareri discordanti sono sempre visti come fumo negli occhi o come una cosa che da incertezza. (Oddio come sono politica e polemica)